Domenica 12 novembre 100mila persone sono scese in strada per manifestare contro l’aumento delle violenze a sfondo antisemita, che sono aumentate dopo l’inizio del massacro palestinese da parte di Israele.
“Una Francia dove i suoi cittadini devono avere paura per la propria religione o origine non è la Francia”. Così Emmanuel Macron scrive su Twitter a favore della marcia, che ha visto Parigi questa domenica protagonista. Oltre 100mila persone sono scese in strada per manifestare contro l’aumento dei casi di antisemitismo, 1250 dall’inizio del conflitto israelo-palestinese. Numeri tre volte maggiori rispetto il 2022.
Una marcia all’insegna dell’unità contro l’antisemitismo.
Non sono mancati però gli scontri tra gli esponenti dei partiti francesi. Infatti, il partito di sinistra LFI ha boicottato la manifestazione, in quanto erano presenti anche gli esponenti di RN. Il partito di destra, guidato dalla Le Pen, è ricordato come il partito del Fronte Nazionale di Jean-Marie le Penn, aperto negazionista dell’olocausto.
I partiti di sinistra hanno preferito manifestare sabato chiedendo il cessate il fuoco e sostenendo la popolazione palestinese martoriata dai bombardamenti israeliani.
“Siamo esattamente dove dovremmo essere” replica la Le Penn ai giornalisti, definendo ogni obiezione come “giochi politici meschini”.
Anche il leader comunista Fabien Roussel ha detto che non marcerà a fianco della RN.
Jean-Luc Melenchon, leader di LFI, ha immediatamente respinto l’idea di partecipare accanto a RN alla manifestazione, ribadendo che “Non è pratico combattere l’antisemitismo e tutte le forme di razzismo insieme a un partito che affonda le sue origini nella storia della collaborazione con il nazismo”.
Una manifestazione che doveva mostrare l’unità Repubblica, ma che invece ne ha rivelato le profonde discrepanze.