Vertice BRICS 2024 in Russia: chi ha partecipato, cos’è successo e le decisioni prese

Rachele Renno, Geopop | 25 ottobre 2024

È terminato a Kazan, in Russia, il 16° vertice dei BRICS, il summit dei capi di Stato, tra gli altri, di Brasile, Russia, Cina, India e Sud Africa. I temi affrontati sono stati numerosi: dal fronte di guerra in Medio Oriente a nuovi metodi di pagamento internazionali. Vediamo quali sono stati i principali punti affrontati e le conclusioni.

Quest’anno il vertice dei BRICS si è tenuto in Russia, a Kazan. Dal punto di vista simbolico, con il conflitto Russia-Ucraina ancora in atto, la location assume un valore importante, in particolare per la Russia. Il gruppo dei BRICS, acronimo che indica le principali economie emergenti non occidentali (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), ad inizio 2024 si è allargato con l’entrata di nuovi Paesi membri: Etiopia, Egitto, Iran, Emirati Arabi Uniti. L’Arabia Saudita è stata invitata ma non ha ancora accettato formalmente l’invito. L’obiettivo è dare a questi Paesi un peso emergente e una maggiore rappresentatività a livello internazionale. Ma quali sono stati i principali punti toccati nel summit di Kazan? E quali le conclusioni?

 

I principali punti del Summit BRICS di Kazan

I Paesi BRICS rappresentano quasi la metà della popolazione mondiale e il 35% del PIL globale, rivestendo anche una notevole importanza dal punto di vista della produzione di petrolio e altri minerali come rame, litio, acciaio e alluminio. Il loro peso nel panorama internazionale è infatti in aumento. Il summit di Kazan si è sviluppato in particolare intorno a tre assi principali, sviluppati e inclusi nella Dichiarazione di Kazan del 23 ottobre scorso:

Risoluzione dei conflitti in corso in particolare riguardo la delicata situazione in Medio Oriente, chiedendo un cessate il fuoco in Palestina ed in Libano e cercando di trovare un accordo per la stabilità e la pace a livello globale.

Rafforzamento della cooperazione internazionale tra i Paesi membri BRICS ed i Paesi associati, con un continuo allargamento dei BRICS

Creazione di un’alternativa dal punto di vista dei pagamenti e scambi internazionali con alternative a sistemi di pagamento occidentali

I nuovi Paesi associati: nuovo ordine mondiale contro il blocco occidentale?

“È in corso il processo di formazione di un ordine mondiale multipolare, un processo dinamico e irreversibile” queste sono state le parole del Presidente russo Vladimir Putin durante il summit. Senza dubbio, l’obiettivo dei BRICS è quello di avere una maggiore rappresentatività dei Paesi in via di sviluppo a livello mondiale e in sede internazionale. Dopo l’entrata di nuovi Paesi all’inizio del 2024, ora i BRICS avranno 13 nuovi Paesi associati, quindi non ancora membri a pieno titolo, tra cui figurano Cuba, Bolivia, Indonesia, Nigeria e forse perfino Turchia.

L’obiettivo dei Paesi BRICS, in particolare di alcuni membri come Cina e Russia, è di dimostrare l’influenza dei Paesi in via di sviluppo e il non isolamento contro il blocco occidentale a guida statunitense. Questo mantenendosi anche aperti ad un dialogo con le Nazioni Unite: il segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres ha infatti incontrato il Presidente russo Putin durante il summit di Kazan. I Paesi BRICS sostengono infatti da anni una riforma delle Nazioni Unite, in particolare riguardo l’attuale struttura del Consiglio di Sicurezza, che con i suoi cinque membri permanenti esercita un potere di veto “obsoleto” che non è più rappresentativo degli interessi di tutti gli Stati membri.

Alternative al dollaro negli scambi internazionali

Uno dei punti principali sul tavolo del summit è stato quello del dollaro ed il suo uso da parte statunitense per raggiungere obiettivi politici, non favorendo un’equità dal punto di vista delle transazioni internazionali e usando spesso, secondo il Presidente russo Vladimir Putin, questa moneta come “arma”.  Con questo viene fatto riferimento alle sanzioni internazionali imposte alla Russia dai Paesi occidentali dopo l’invasione dell’Ucraina a febbraio 2022. Per questo, i BRICS attualmente prediligono l’uso di monete nazionali nelle transazioni tra Paesi BRICS e con i propri partner commerciali.

L’idea, però, discussa anche a Kazan, è quella di creare un sistema di pagamento basato sulla tecnologia blockchain e su criptovalute, che rappresenterebbe un’alternativa all’attuale sistema, mettendo in discussione le istituzioni finanziarie occidentali. Oltre a questa proposta, in discussione a Kazan è stata anche la creazione di una piattaforma di metalli preziosi e diamanti e la cosiddetta Borsa dei cereali, ossia una piattaforma di commercio di grano ed altri prodotti alimentari che garantirebbe un approvvigionamento continuo di prodotti agricoli anche in periodi di forte crisi o sanzioni. I BRICS spingono quindi per una maggiore connessione delle infrastrutture finanziarie riducendo le barriere e creando nuovi strumenti di pagamento, da loro ritenuti più efficaci ed inclusivi.

Il cessate il fuoco in Ucraina, a Gaza e in Libano

Al centro del Summit di Kazan anche la delicata situazione in Ucraina e in Medio Oriente: l‘Iran, che ha preso parte al summit BRICS per la prima volta da quando è entrato a farne parte, ha ricordato la necessità di evitare un’escalation in Medio Oriente, e fermare i bombardamenti su Gaza, che hanno causato da ottobre 2023 più di 42.000 vittime civili. Anche il Libano è stato al centro della discussione, con l’intervento del Presidente brasiliano Lula da Silva che ha espresso la propria preoccupazione per l’allargarsi del conflitto alla Cisgiordania e, appunto, al Libano. La preoccupazione dei leader BRICS è quella di un allargamento del conflitto a livello globale. Richieste di cessate il fuoco sono arrivate anche in merito all‘Ucraina: il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres, presente a Kazan, ha ricordato la necessità di porre fine al conflitto in corso in Ucraina.

Relazioni India-Cina

Insieme alla Russia, la Cina vede nei BRICS l’occasione di guidare il gruppo e aumentare la propria influenza a livello globale. Molti membri BRICS infatti sono fortemente legati alla Cina dal punto di vista commerciale. Anche l’entrata tra i nuovi Paesi membri di Etiopia ed Egitto è stata importante, in quanto partner strategici per il governo di Pechino: l’Africa infatti è un continente di sempre maggior interesse per la politica estera cinese e anche indiana.

Proprio la presenza dell’India all’interno dei BRICS costituisce un elemento importante: India e Cina hanno una rivalità strategica e contese territoriali ancora in atto, oltre a essere entrambe in grande crescita economica con l’ambizione di guidare la crescita dei Paesi del Sud globale. Entrambi i Paesi però devono mantenere una cooperazione all’interno dei BRICS per obiettivi multilaterali e di lungo termine.

Criticità nell’allargamento dei BRICS

I Paesi BRICS stanno assumendo un ruolo sempre maggiore a livello economico e demografico a livello internazionale e l’inclusione di nuovi membri sta facendo aumentare la loro importanza anche in fori multilaterali. Un elemento che però va tenuto in considerazione è l’eterogeneità dei Paesi del gruppo, che hanno interessi anche molto diversi, come ad esempio Arabia Saudita e Iran. Questo potrebbe avere un impatto sulla creazione di un’agenda comune.

A differenza di Cina e Russia, ad esempio, Brasile e India mantengono legami saldi e positivi con Unione Europea e Stati Uniti, con una politica estera più aperta e bilanciata. L’India, oltre ai BRICS, fa parte anche del QUAD (Quadrilateral Security Dialogue), un gruppo formato da Giappone, Stati Uniti, India e Australia che ha come obiettivo la sicurezza della zona dell’Indo-Pacifico, contenendo anche l’influenza cinese nell’area. I delicati equilibri geopolitici devono dunque unirsi agli interessi economici, mantenendo una rappresentatività ed una compattezza in ambito multilaterale.