NoNameKitchen & Collettivo Rotte Balcaniche | 23 gennaio 2025, Bulgaria
Continuano i rispingimenti illegali da parte delle autorità bulgare lungo la rotta balcanica, che dalla Turchia arriva in Europa. Questa volta a morire sono tre minori. La mattina del 27 dicembre sono stati lasciati congelare nei boschi vicino Burgas, città bulgara a sud-ovest vicino al confine turco, nell’area tra Gabar e Varshilo
“Le autorità sono state avvisate ma non sono intervenute e hanno bloccato i nostri tentativi di soccorso” denunciano le organizzazioni NoNameKitchen e Collettivo Rotte Balcaniche che da tempo operano lungo la rotta per prestare soccorso alle persone in movimento che arrivano in Europa.
Nel loro ultimo rapporto “VITE CONGELATE – Investigazione su come le autorità bulgare mettono le persone in movimento a rishio di morte“, le organizzazioni ricostruiscono minuziosamente il tentativo di soccorso di tre minori in pericolo di vita tra la mattina del 27 dicembre 2024, fino al ritrovamento dei loro cadaveri nei giorni seguenti.
L’intento delle autorità bulgare è stato quello di prevenire che le organizzazioni raggiungessero i minori in difficoltà e prestassero loro le misure di soccorso minime in attesa dei soccorsi, bloccandoli e costrigendoli forzatamente ad allontanarsi.
Le numerose testimonianze raccolte in questi anni dai gruppi che operano lungo la rotta migratoria balcanica sono fondamentali non solo per denunciare i comportamenti illegali sistematici delle polizie di frontiera nazionali, ma soprattutto a denunciare la politica adottata dall’Unione Europea: una politica che condanna a sofferenze e morte le persone in movimento e criminalizza il soccorso e il rispetto dei diritti umani.