Conflitti tra cellule armate ex-governative e le bande sotto HTS. Gli scontri sono scoppiati giovedì 6 marzo nei governatorati di Tartous, Latakia, Homs e Hama. In meno di quattro giorni si registrano mille morti confermate, la maggioranza civili, tra cui donne e bambini. Le cifre sono sottostimate e aumentano ora per ora, fonti locali riportano tra le 5mila e le 10mila vittime. Colpite le comunità Alawite e Cristiane
Giovedì 6 marzo sono scoppiati scontri coordinati nei governatorati costieri della Siria da parte di cellule armate ex-governative riunite, si registrano anche arruolamenti spontanei, contro pattuglie dell’attuale forza armata siriana, composta da bande diverse riconducibili ad Al Qaeda e ISIS riunite sotto Hayat Tahrir al Sham (HTS) per formare il nuovo governo siriano, legittimato a livello internazionale.
Dopo ore di sparatorie nella mattina del 6 marzo le cellule ex-governative sbaragliano le forze HTS nella città di Latakia e periferia. Subito Damasco invia rinforzi per ristabilire l’ordine e recuperare le città. Tra la notte del 6 marzo e la mattina del 7 marzo le bande HTS cominciano ad entrare nei villaggi della periferia dei governatorati costieri e casa per casa cominciano a giustiziare i maschi dei villaggi. Si registrano numerose uccisioni di donne e bambini.
I confronti armati avvengono nell’area Alawita della Siria, comunità di minoranza a cui appartiene la famiglia Assad. Il conflitto non ha matrice religiosa, ma tende a rimarcare le differenze etniche e politiche del futuro della Siria.
Migliaia di civili sono andati a chiedere e hanno ottenuto rifugio alla base aerea russa di Hmeimim.
Attualmente gli scontri persistono e sembra aumentare l’intensità con il coinvolgimento di maggiori unità sia delle forze armate siriane (HTS) sia delle cellule ex-governative.