Secondo la Treccani il bivio è: essere incerto fra due decisioni da prendere. Da anni il nostro bivio è a tre vie. La terza è la non decisione che il Parlamento da troppi anni ha preso, vuoi per le politiche dei partiti e vuoi per la non conoscenza dell’Italia. Vuoi, anche, per la scarsa informazione giornalistica che a volte dice e spesso non dice. Quindi politica e informazione non dicono in quale Paese viviamo. I giovani lasciano il Paese, spesso persone di grande intelletto che in Italia non possono lavorare perchè sarebbero imbavagliati dalla politica e da una industrializzazione che non vuole, non perchè non sa, riformare il Paese. Vive meglio il sud della Spagna, l’est della Germania o il sud della Francia, basta vedere i loro progetti e sapremo che il nostro Sud è più vicino all’Africa che non all’Europa. Per il nostro Sud non cambia nulla in quanto i politici oggi dovranno trovare i soldi per il nostro Nord per le alluvioni, le strade, i fiumi, Venezia e tutto ciò che deve essere fatto per questa terra più vicina all’Europa. Non è l’Europa che deve riformare le nostre istituzioni o il nostro territorio, purtroppo siamo soli, è questo che preoccupa molti cittadini. Le Commissioni nazionali e regionali sono un bluff nella politica democratica che tutti pensano di servire, ma come? In Italia i clan, banche-associazioni-malavitosi, controllano i partiti e dettano l’agenda del Paese attraverso gli affari, camuffati, solamente per un utile netto di spesa dello Stato contro la nostra popolazione. E’ questa la democrazia in cui vogliamo vivere? Oggi si parla di politiche nazionaliste: ma perchè non di riformare i partiti e lo Stato? No, continuiamo a discutere sul ‘nulla’ e noi cittadini andremo ancora peggio pensando al Def (insulso) e al Fondo Salva-Stati. Dobbiamo parlare con l’Europa quando la stessa deve dialogare con una classe politica che non sa come riformare l’economia e i nostri meccanismi democratici.
Parliamo di riforma elettorale e tutti, nessuno escluso, si ‘crogiolano’ per i seggi al proprio partito: è un meccanismo elettorale che giova ai partiti uccidendo quel poco di democrazia che esiste nel nostro Paese. Perché gli immigrati vengono in Italia per poi uscire fuori e andare in altri Paesi, perché? Non avendo l’Italia piani efficaci per le giovani vite, queste vogliono andar via perché non ci sono solo loro a soffrire ma una intera Nazione. Negli anni abbiamo distrutto, grazie a uomini gestiti dai partiti, le imprese di Stato e quelle poche che hanno resistito hanno costruito altre società private che tutte insieme rubano soldi ai cittadini. Vedi Eni, Rai, Enel, Tecna, Tim, Autostrade o il comparto alimentare. Ma non è solo questo: gli ospedali, la scuola, l’università, la ricerca o le società che assicurano ai Comuni lo stato di salvaguardia per il comune stesso. Per fare un esempio basta vedere come sono asfaltate le strade in tutta la penisola:
cooperative e consorzi non sono in grado di fare con il loro lavoro una democrazia all’altezza dell’Europa. Qualcuno dice che le imprese straniere non vengono in Italia per questioni legali, ma dovrebbe essere il Parlamento a riscrivere alcune norme: non vengono per le insolvenze che lo Stato riserva alle nostre imprese e ai lavoratori. Il Parlamento non è capace di onorarle con leggi adeguate al vivere civile. Questo sistema crea il nazionalismo non perché i cittadini lo vogliono, ma perché la democrazia non è in grado di fare le scelte che tutti vogliamo. I giornali parlano delle Sardine, solo per salvare il Pd senza riflettere su cosa abbiano fatto in 25 anni. Bisogna avere coraggio: cambiare i nostri dirigenti politici per far sì che l’Italia sappia diventare una grande nazione democratica. Coraggio. Coraggio per non diventare una probabile repubblica di Weimar.