Di Semana | 16 Luglio 2025
Il presidente ha annunciato la mossa nel bel mezzo del vertice internazionale su Gaza
Questo mercoledì, 16 luglio, il Presidente della Repubblica, Gustavo Petro, ha dato un colpo di mano e ha ordinato una misura che scatenerà un’ondata di commenti in vari settori della Colombia.
Nel bel mezzo del vertice internazionale su Gaza, che si è svolto nella sede del Ministero degli Affari Esteri di Bogotà, il Capo di Stato ha chiesto che la Colombia cessi di essere un partner globale dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO).
“Dobbiamo lasciare la NATO, non c’è altro modo. E il rapporto con l’Europa non può più essere con i popoli che aiutano, non con i popoli, perché i popoli europei non aiutano. Con i governi europei che tradiscono il proprio popolo e contribuiscono a sganciare bombe“, ha detto Petro. E ha proseguito nel suo discorso in auditorium: “Il carbone colombiano non verrà usato per fabbricare bombe in Israele per uccidere i bambini”.
Secondo le informazioni ufficiali della Nato, nel 2017 il governo colombiano ha annunciato che il Paese sarebbe diventato un “partner globale”.
“Cooperare più strettamente con la Nato attraverso il programma di partenariato risponde all’interesse della Colombia di modernizzare, acquisire conoscenze e aumentare la trasparenza nel settore della difesa, sostenendo al contempo un sistema internazionale fondato sullo stato di diritto. A lungo termine, lo status di partner globale porterà grandi benefici alla Colombia senza limitare la posizione del suo governo nella politica estera”, si legge sul sito ufficiale della Nato a proposito dei vantaggi di essere un partner globale.
Si legge inoltre: “L’accordo sulla sicurezza delle informazioni e sulla cooperazione firmato nel 2013 si è concentrato sullo scambio di informazioni, in particolare sulla criminalità organizzata. La Colombia mirava soprattutto a contribuire alla lotta globale contro la droga”. Tuttavia, il ministro della Difesa colombiano ha dichiarato in quell’occasione che c’era un interesse più generale a conoscere le missioni di pace, le missioni umanitarie e i diritti umani nel settore della difesa.
Alla cerimonia di chiusura del vertice, il vice ministro per gli Affari multilaterali, Mauricio Jaramillo Jassir, ha presentato le conclusioni e gli impegni raggiunti da queste nazioni per contrastare l’offensiva militare di Israele contro i territori palestinesi.
L’alto funzionario del Ministero degli Affari Esteri ha insistito sul fatto che il primo aspetto è quello di impedire la fornitura di armi e munizioni a Israele, per fermare il “genocidio e le violazioni del diritto internazionale” che Israele sta commettendo.
Il secondo aspetto riguarda “l’inversione del transito e della fornitura di servizi” a Israele, nel rispetto degli standard del diritto internazionale e delle Nazioni Unite.
Foto via Wikimedia Commons