ITALIA – Intesa italo-albanese sui flussi migratori

Nuovi centri per migranti nasceranno in Albania con il supporto logistico ed economico dell’Italia

Il 6 novembre, la presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha firmato un protocollo con il primo ministro albanese Edi Rama riguardante la gestione dei migranti. Il documento, composto da 9 pagine e 14 articoli, avrà una durata di 5 anni, rinnovabili per altri 5, a meno che una delle parti notifichi entro 6 mesi dalla scadenza l’intenzione di non rinnovarlo. Secondo l’accordo, l’Italia si impegna a restituire le aree destinate ai centri per i migranti alla chiusura del protocollo.

L’accordo è stato firmato a seguito di incontri avvenuti lo scorso agosto, quando Giorgia Meloni ha incontrato Edi Rama in Puglia. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha difeso l’accordo, affermando che rispetta le norme dell’Unione Europea e mira a garantire la massima sicurezza, con un focus sulla riaccompagnamento dei migranti non autorizzati nei loro paesi d’origine.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha respinto le critiche, affermando che la struttura per i richiedenti asilo provenienti da Paesi sicuri è frutto di una collaborazione con l’Albania e che si tratta di un accordo innovativo, sottolineando che il diritto di difesa è garantito nei centri per i migranti.

Il protocollo assicura il diritto di difesa nei centri per i migranti, consentendo l’accesso a avvocati, organizzazioni internazionali e agenzie dell’UE. Le strutture dovranno rispettare la legislazione italiana, europea e albanese, e i migranti potranno rimanere solo per il periodo massimo di trattenimento consentito dalla normativa italiana.

L’Italia si impegna a coprire tutti i costi necessari per l’alloggio e il trattamento dei migranti nelle strutture, inclusi vitto, cure mediche e altri servizi necessari, nel rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo secondo il diritto internazionale.

Giorgia Meloni ha descritto il protocollo come una cornice politica e giuridica per la collaborazione tra Unione Europea, Stati membri e Stati extra-UE sulla gestione dell’immigrazione irregolare di massa.

Nei prossimi mesi, saranno definiti i provvedimenti normativi, le attività strutturali e le coperture finanziarie per rendere l’intesa operativa entro la primavera del 2024. L’accordo prevede l’utilizzo del porto di Shengjin e dell’area di Gjader per la realizzazione di due strutture di ingresso e accoglienza temporanea per i migranti salvati in mare.

L’intesa non si applica agli immigrati che arrivano direttamente sulle coste italiane, ma a quelli salvati nel Mediterraneo da navi italiane. La Commissione Europea ha chiesto dettagli sull’accordo, e il Partito Democratico italiano ha annunciato un’interrogazione sulla vicenda, definendo l’accordo errato e in violazione del diritto internazionale, europeo e della Costituzione italiana.