Non so cosa abbia detto il presidente del consiglio Giorgia Meloni alla Casa Bianca o a Toronto. Soprattutto non credo che abbia opposto la nostra democrazia nel viaggio oltre oceano a quella dell’Ucraina. Essendo noi degli zerbini, possiamo dire che l’Italia è d’accordo con chi è più potente di noi.
Abbiamo iniziato con la Jugoslavia, passando in Iraq ed in Afganistan, per arrivare in Ucraina e finire nel Mar Rosso. Indietro nel tempo possiamo ricordare il Congo o il Libano. Pochi esempi ma in tutti i casi la responsabilità è di tutti: sinistra, centro e destra, nessuno si è sentito di opporsi.
Sono contrario a chi ci sollecita di includere l’Italia in una futura guerra contro la Russia o contro qualsiasi nazioni vicino o oltre il Medio Oriente. I nostri giornali, le tv nazionali o private, sono tutte sullo stesso piano di notizie, nessuno è contro il sistema politico che deriva verso una guerra non contro qualcuno ma contro noi stessi.
Non siamo in grado di difenderci e sono sconvolto che qualcuno pensi che i nostri giovani si possano sacrificare per un sistema internazionale sul quale si dovrebbe iniziare ad analizzare e cambiare per il nostro futuro.
Ottanta anni fa si iniziò una guerra insieme alla Germania. Oggi con la Nato gli americani hanno le atomiche, la Francia e l’Inghilterra ne hanno oltre 400 e sapendo la Russia ne ha oltre 6000 con le quali può distruggere Europa e Usa. Sapendo questo, possiamo guerreggiare con un esercito di basso profilo affinché nessuno lanci un’atomica nelle basi americani nel Nord Italia?
Nel frattempo il nostro ministro della Difesa chiede di aumentare il budget del nostro sistema difensivo, sapendo, questo è il problema, che il nostro Paese è allo stremo per gli investimenti sociali. Prima avevamo un ministero per la Guerra, oggi si chiama Difesa il che significa, per la nostra Costituzione, non possiamo dichiarare guerra contro nessuno che non sia in grado di valicare le nostre frontiere e ciò anche se siamo nella Nato.
Le nostre frontiere non sono l’Ucraina o il Medio Oriente, dobbiamo far si che la nostra diplomazia lavori per la pace e non che qualcuno ci induca a schierare l’esercito per i suoi interessi economici.
Significa che noi possiamo dire di no e solo questo si chiede alla nostra classe politica, sempre che nel frattempo si consideri tale. In questi mesi abbiamo molte elezioni nel mondo: Russia, Europa, Usa e non gradiamo che le elezioni Usa sia un pretesto per l’Europa a spingersi contro la Russia dopo ottant’anni di pace. I giornali quasi quotidianamente ci informano che la Russia ‘invaderà’ l’Europa: chi ci crede vada in guerra e salvi i nostri giovani.
La Russia non invaderà l’Europa, decide solo che i suoi territori siano garantiti e questa garanzia non spetta agli Usa ma solo all’Europa. Su questo possiamo aumentare i nostri budget sulla difesa senza che qualcuno ci dice cosa dobbiamo fare per essere ‘occidentali’. L’economia europea è in crisi e non credo che sia per la Russia, il gas russo non c’è per un’ erronea politica di guerra dell’Inghilterra e su questo i giovani inglesi possono da soli fare la guerra alla Russia, peraltro non fanno più parte dell’Europa, e visto che siamo tutti nella Nato possiamo dire a questa che l’UE non vuole la guerra. L’Ucraina è persa grazie agli Usa e all’Inghilterra, ci pensino loro, se vuole la Francia: il nostro esercito deve essere fuori da un’economia internazionale sulla quale dobbiamo fare un diversa analisi per il nostro Paese.