A Kursk vince la propaganda. E’ il sistema che non va bene

Dopo l’attacco in Crimea del 23 giugno scorso, l’Ucraina di nuovo colpisce in territorio russo: questa volta la regione del Kursk.

Subito si è parlato di un attacco vincente di Kiev ai danni della Russia e di come l’esercito ucraino, grazie anche all’aiuto degli Alleati euro-atlantici, sia impegnato a vincere al fronte. Riguardo gli obiettivi dell’attacco, varie sono le interpretazioni: chi pensa serva ad allentare la pressione russa nel Donbass, aprendo un’ altro fronte; chi invece pensa che se l’Ucraina conquistasse territori russi da scambiare, otterrebbe un vantaggio al tavolo delle trattative e chi semplicemente pensa che, attacco dopo attacco, l’Ucraina riconquisterà i territori occupati e sconfiggerà la Russia, come Davide con Golia, il giusto che vince sul cattivo.   Dopo che Kiev ha rivendicato l’offensiva nell’oblast russo, il consigliere presidenziale ucraino, Mikhailo Podolyak, ha commentato: “è solo la conseguenza dell’aggressione russa, la guerra è questo“. Dunque un operazione punitiva in territorio russo, in conseguenza dell’occupazione da parte di Mosca nel febbraio 2022, è quello che serve all’Ucraina per arrivare al tavolo negoziale, o al limite per puntare alla vittoria totale sulla Russia.

IN REALTA’, questa aggressione militarmente non avrà alcun impatto sull’andamento della guerra. Mille soldati ucraini penetrano meno di 10 km in profondità nell’oblast di Kursk, attaccando la parte sud della cittadina russa di Sudza, uno degli snodi dei gasdotti che attraversano l’Ucraina e arrivano in Europa. Non ha nulla di vittorioso o di militarmente rilevante, ma dal punto di vista politico segna l’ennesimo autogol e l’ennesimo affronto  alla Russia, considerato che le armi sono  NATO e abbiamo permesso loro di usarle  nei territori russi. Inoltre, risultano militari di diverse nazionalità europee che insieme agli ucraini hanno portato avanti questa offensiva. Si sospetta  un’implicazione diretta NATO nell’organizzazione dell’affronto, a causa della scala dell’attacco.

Siamo ancora una volta coinvolti in prima linea in un vero attacco terroristico che ha portato alla morte di civili, alla distruzione di edifici anche storici (il monastero di S. Nicholas, Kursk), senza un vera motivazione oggettivamente rilevante a sostegno dell’offensiva. Anche durante l’attacco ucraino di Sebastopoli in Crimea il 23 giugno scorso, l’esercito ucraino aveva il controllo diretto dei missili Atacms, gli Stati Uniti attraverso un drone Global Hawk assistevano il missile all’attacco e l’Italia, concedeva la base dell’Aeroporto militare di Sigonella al drone Statunitense.

INOLTRE, il modo più diretto di intervenire in un conflitto è quello di ricorrere al terrorismo, anche di Stato, finanziando o promuovendo azioni mirate. E’ sconcertante il numero di volte  a cui si ricorre a questa pratica. All’inizio del conflitto, il sabotaggio del NordStream nel Settembre 2022 e del Balticconnector il mese successivo, ne sono l’esempio. Un grave danno all’approvvigionamento europeo del gas. Qualche altro esempio:

  • in Russia: l’attacco al Crocus City Hall;
  • in Iran: l’esplosione a Kerman durante la celebrazione del martirio di Soleimani; l’assassinio firmato Israele di Ismail Haniyeh, leader politico di Hamas;
  • in Syria: bombardata l’ambasciata iraniana da parte di Israele;
  • in Libano:  assassinati da Israele prima Saleh al-Arouri, poi Fuad Shukr ;
  • nel Mar Rosso: il danneggiamento dei cavi di rete nei fondali, centro nevralgico per il passaggio mondiale dei cavi sottomarini;
  • in Yemen: i bombardamenti illegali di UK e Usa su San’a’, in risposta al sostegno degli Houthi a Gaza tramite il blocco navale;

 

Il possibile controllo dei gasdotti di Sudza da parte di Kiev, porta a riflettere sul modus operandi nella scelta degli obiettivi di questa guerra e i suoi veri interessi. Infatti, ritenere che la guerra russo-ucraina sia solo una guerra di liberazione, sarebbe non tenere conto della realtà. Non è da oggi che l’approvvigionamento energetico genera uno scontro geopolitico, coinvolgendo l’integrità dell’Unione. Gli Stati Uniti, tra i tanti interessi, da sempre sono preoccupati dell’influenza energetica russa in Europa, e premono per una diversificazione delle fonti di approvvigionamento. (Un solo esempio, è il coinvolgimento nelle proteste in Bulgaria e Romania per bloccare la realizzazione del gasdotto SouthStream). Risultato:

  • l’Europa ha aumentato l’importazione del Gas liquefatto di Usa e Qatar, che costa molto di più a causa del trasporto transatlantico e del costo dei rigassificatori. Inoltre, il fracking, metodo di estrazione dello Shale gas negli StatiUniti, ha un  impatto devastante sull’ambiente e quindi sulla salute delle persone;
  • nel piano di diversificazione delle fonti energetiche figura anche la realizzazione del gasdotto Eastmed, che collega i giacimenti di gas dell’area Leviatan, di fronte alla costa di Gaza, alla Turchia, Grecia, Italia, Egitto e Giordania. I giacimenti però sono divisi e una parte è dello Stato Palestinese, il quale è stato escluso dai confronti. Il 19 Luglio 2024 la Corte Internazionale di Giustizia si è espressa sulle Conseguenze legali dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi e delle acque territoriali. Diverse associazioni umanitarie hanno condannato questa azione illegale. Tra gli attori principali degli accordi figurano l’italiana ENI, l’inglese Dana Petroleum, la statunitense Chevron, la francese Total e l’israeliana NewMed Energy.

 

 L’Europa continua ad essere sempre più isolata sul piano diplomatico internazionale  a causa  della sua politica ambigua e distruttiva: partiamo da qua.

 

 

 

IlSole24Ore , 15 Gennaio 2024: A dicembre l’export ha raggiunto livelli record, sia mensili che annuali: nell’intero 2023 le esportazioni statunitensi sono aumentate del 14,7%, a 88,9 milioni di tonnellate (erano state 77,5 milioni di tonnellate nel 2022). L’Europa resta la principale destinazione delle esportazioni di Gnl americano a dicembre, con 5,43 tonnellate, ovvero poco più del 61% del totale.

Ukrainska Pravda, 8 Agosto 2024: La russa Gazprom ha annunciato che continuerà a fornire gas all’Europa attraverso la stazione di Sudzha, mentre il flusso di transito del gas russo attraverso l’Ucraina è diminuito del 12% . L’8 agosto il transito del gas russo attraverso il sistema di trasporto del gas ucraino è sceso a 37,25 milioni di metri cubi. I volumi di transito sono diminuiti del 6% rispetto al giorno precedente. Si tratta del valore di transito più basso dal 1° maggio 2023. Il gestore del sistema di trasporto del gas dell’Ucraina ha recentemente comunicato che il transito del gas russo attraverso il sistema di trasporto del gas ucraino funziona regolarmente.

Green Peace, 27 Febbraio 2023: La Commissione UE ha inserito i gasdotti EastMed e Poseidon nell’elenco delle infrastrutture energetiche strategiche dell’Unione sin dalla prima edizione della lista “Progetti di Interesse Comune” (PCI) del 2013. Nonostante il nuovo regolamento europeo escluda i progetti connessi alle fonti fossili dalla PCI list, le due opere sono lo stesso in corsa per entrare nella nuova lista: i progetti  possono beneficiare di finanziamenti UE (Bruxelles, infatti, ha già finanziato uno studio di fattibilità per l’EastMed). La decisione finale sul gasdotto ha continuato a slittare per i dubbi sulla sua sostenibilità ambientale ed economica (con costi stimati tra i 5-7 miliardi di euro), ma la crisi energetica scatenata dalla guerra in Ucraina ha riportato in auge il progetto.