TUNISIA -Human Rights Watch denuncia un’escalation di misure repressive

Céline Camoin, AfricaRivista | 22 aprile 2025

L’organizzazione Human Rights Watch pubblica un rapporto e lancia l’allarme sulla situazione dei diritti civili e politici in Tunisia. Nel documento si evidenzia l’escalation di misure repressive contro attivisti, oppositori politici, giornalisti e difensori dei diritti umani.

Il governo tunisino ha fatto della detenzione arbitraria un pilastro della propria strategia repressiva, con l’obiettivo di privare i cittadini dei loro diritti civili e politici. È quanto afferma Human Rights Watch (Hrw) in un rapporto pubblicato nei giorni scorsi, in cui viene documentata un’escalation delle misure contro attivisti, oppositori politici, giornalisti e difensori dei diritti umani.

Il documento di 46 pagine, intitolato “Tutti dei cospiratori: come la Tunisia utilizza la detenzione arbitraria per schiacciare il dissenso”, raccoglie i casi di 22 persone incarcerate sulla base di accuse giudicate abusive, inclusa l’accusa di terrorismo. Si tratta, secondo l’organizzazione, di procedimenti motivati da ragioni politiche, legati all’espressione pubblica di opinioni critiche o ad attività di opposizione.

Secondo Hrw, almeno 14 dei detenuti rischiano la pena di morte. A gennaio 2025, erano oltre 50 le persone incarcerate per ragioni politiche o per aver esercitato i propri diritti fondamentali. Tra gli arrestati figurano nomi noti della scena politica tunisina, come Abir Moussi (presidente del Partito desturiano libero) e Rached Ghannouchi (ex leader di Ennahda ed ex presidente del Parlamento), ma anche l’avvocata Sonia Dahmani e il giornalista Mohamed Boughalleb.

La repressione si è intensificata, secondo Hrw, a partire dal 25 luglio 2021, data in cui il presidente Kais Saied ha assunto il controllo delle principali istituzioni dello Stato. Dal 2023, le autorità hanno moltiplicato gli arresti di individui percepiti come critici nei confronti del governo, a prescindere dalla loro appartenenza politica.

L’organizzazione denuncia inoltre l’uso strumentale di leggi penali e della normativa antiterrorismo del 2015 per giustificare arresti e procedimenti giudiziari, con gravi violazioni del diritto a un processo equo. Alcuni detenuti sono rimasti in custodia cautelare per oltre 14 mesi, oltre il limite previsto dalla legge tunisina. In diversi casi, nuovi mandati di arresto sono stati emessi senza udienze preliminari o confronto con un giudice.

Tra le criticità documentate, anche l’uso di tribunali militari per processare civili e il ricorso a leggi che limitano la libertà d’espressione e la riservatezza delle comunicazioni. Numerosi imputati sono stati accusati di “tentativo di cambiare la forma di governo”, un reato che può comportare la pena capitale.

Condizioni di detenzione particolarmente dure sono segnalate da Hrw in diversi centri penitenziari, dove mancano cure mediche adeguate e si registrano pratiche degradanti, come la videosorveglianza continua e le perquisizioni invasive. Il caso della giornalista Chadha Hadj Mbarek, affetta da disabilità uditiva e condannata a cinque anni, viene citato come emblematico: le autorità le impedirebbero l’accesso ai farmaci e non le garantirebbero alcun supporto per comunicare con i familiari.

Human Rights Watch ricorda che la Tunisia è vincolata dal Patto internazionale sui diritti civili e politici e dalla Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli, che garantiscono il diritto alla libertà d’espressione, di riunione e a un giusto processo.

L’organizzazione chiede l’immediata liberazione di tutti i detenuti arrestati arbitrariamente e l’abbandono delle accuse giudicate infondate. Chiede inoltre ai partner internazionali della Tunisia, in particolare all’Unione europea e agli Stati membri, di condizionare la cooperazione bilaterale al rispetto degli obblighi internazionali in materia di diritti umani. Un appello è rivolto anche alla Commissione africana dei diritti dell’uomo e dei popoli affinché solleciti Tunisi a rispettare le sentenze della Corte africana dei diritti umani.

“La comunità internazionale ha finora chiuso gli occhi di fronte al deterioramento della situazione dei diritti umani in Tunisia”, ha affermato Bassam Khawaja, vicedirettore per il Medio Oriente e il Nord Africa di Hrw. “Ha il dovere urgente di intervenire per ottenere il rilascio di tutte le persone ingiustamente incarcerate”.

Foto di Houcemmzoughi via WikimediaCommons