DL Rave … e il contrasto

Cosa nasconde il DL Rave? Perché in una fase socio economica deleteria del paese la prima azione di un governo è il contrasto ai rave illegali attraverso un decreto legge, e non azioni mirate al rallentamento dell’inflazione o comunque manovre sociali per prevenire, ad esempio, uno svuotamento ulteriore e definitivo della classe imprenditoriale media, vero traino del tessuto economico del nostro paese?  Penso la risposta sia lampante sin da subito, quando si legge all’interno del sito della Gazzetta Ufficiale il titolo del decreto:

DECRETO-LEGGE 31 ottobre 2022, n.162: Misure urgenti in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia, NONCHE’ in materia di entrata in vigore del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n.150, di obblighi di vaccinazione anti SARS-COV-2 e di prevenzione E contrasto dei raduni illegali.

Mentre l’opinione pubblica dibatteva sul tema dei Rave Illegali, attenzione catalizzata principalmente dalla maggioranza dei quotidiani italiani, la buona politica agiva indisturbata. Lo scontro ideologico, portato avanti dalle elezioni ad oggi, risulta essere come sempre conveniente a chi agisce nel silenzio.

Con l’ordinanza 97/2021 la Corte Costituzionale aveva rilevato “l’incompatibilità con la Costituzione delle norme che individuano nella collaborazione l’unica possibile strada, a disposizione del condannato all’ergastolo per un reato ostativo, per accedere alla liberazione condizionale” rimettendo quindi alla politica l’azione legislativa più adeguata per risolvere l’incostituzionalità. Il limite entro il quale il governo avrebbe potuto agire era l’8 novembre 2022. Approvato il decreto, ponendovi la questione di fiducia durante la fase di conversione (fase che dovrebbe affermare la centralità delle Camere), troviamo alcuni elementi non giustificabili da nessuna necessità, urgenza o straordinarietà (i tre presupposti per adottare il DL). Infatti il regime ostativo viene rimosso in caso di mancata collaborazione dai reati contro la pubblica amministrazione (associati all’istituto dalla legge Spazza-corrotti del 2019), dai reati 416-bis (Associazione di tipo mafioso) e 416-ter (Scambio elettorale politico-mafioso) e altri come Violenza sessuale di gruppo, Tratta di persone e Prostituzione minorile. Come mai il governo ha apportato queste modifiche? Quale è la finalità politica di tale scelte e cosa comporteranno nel prossimo futuro?

Il quadro generale risulta più preoccupante se analizziamo le dichiarazioni che il Ministro Nordio ha rilasciato in questi cento e più giorni di governo, sottolineando l’intenzione di tagliare i finanziamenti alle intercettazioni, pilastro del moderno sistema investigativo. Come poi ha chiarito, non verranno toccati i finanziamenti per le intercettazioni di mafia, ed è proprio qui che un vago sospetto prende forma in un ragionamento con una base logica. Le intercettazioni sono consentite nei procedimenti relativi a specifici reati[1] tra i quali quelli contro la Pubblica Amministrazione; e dunque un minor finanziamento agli strumenti per individuare il cancro della corruzione collegato alla non certezza della pena per i medesimi reati porterà a chi si troverà nella situazione di essere corrotto, ad avere più vantaggio nel vendersi piuttosto che nel non farlo. E se da una parte è vero che lo Stato deve combattere le Mafie attraverso il 41bis e i maxiprocessi, dall’altra è appurato che senza la collusione della politica le mafie non avrebbero mai potuto avere il potere economico che hanno oggi, e che quindi una politica stringente nei confronti dei reati contro la pubblica amministrazione potrà solo contrastare questo fenomeno.


[1] Delitti per i quali è previsto l’ergastolo; delitti contro la Pubblica Amministrazione; delitti concernenti sostanze stupefacenti, psicotrope, armi e sostanze esplosive; delitto di contrabbando; delitti di ingiuria, minaccia, usura, abusiva attività finanziaria, abuso di informazioni privilegiate; delitti concernenti abusi sessuali e abusi di mercato