Cosmopolitismo e Nazione secondo Giuseppe Mazzini

SCRITTI SULLA DEMOCRAZIA, L’AUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI E LE RELAZIONI INTERNAZIONALI (1831-1871) Cosmopolitismo e Nazione

Cosmopolitismo e Nazione di GIUSEPPE MAZZINI

“…Quando si parla di Nazionalità, s’intende la Nazionalità quale la concepiscono i Popoli liberi e fraternamente associati […]. Il Cosmopolitismo ha dunque finito l’opera sua. Un’altra comincia.

Quella dell’associazione dei Paesi; l’alleanza delle Nazioni per compiere in pace e amore la loro missione sulla terra; l’organizzazione dei Popoli liberi ed eguali, aiutantisi a vicenda, ciascuno approfittando delle risorse che gli altri posseggono nella civiltà e nel progresso, e procedendo liberi da ogni vincolo verso la realizzazione di quel capitolo della provvidenza di Dio che è iscritto sui luoghi della loro nascita, nelle loro tradizioni, nei loro idiomi nazionali, sulle loro sembianze […].

Il principio che regge ogni diritto pubblico o internazionale non sarà più l’indebolimento di tutto ciò che non appartenga a noi stessi; ma il miglioramento di tutti per mezzo di tutti; il progresso di ciascuno per il vantaggio di tutti […].

Non sono gli individui che devono firmare il nuovo patto; sono i Popoli liberi, con un nome, un ideale e una propria coscienza[…].” Giuseppe Mazzini, Cosmopolitismo e Nazione

Sono passati duecento anni dalla nascita de ‘l’ultimo dei grandi italiani antichi e il primo dei moderni‘ come ebbe modo di definirlo il Carducci nell’iscrizione che gli dedicò. Fu il primo a porsi il problema, con grande lucidità politica, di una forma di Stato unitario per l’Italia. Non una forma monarchica, nè una forma liberale, ma un’organizzazione democratica all’interno della quale anche le classi meno abbienti divenissero protagoniste nel fare dell’Italia uno Stato unito, indipendente e repubblicano. Uno Stato in grado di inserirsi in una più vasta Europa unitaria costruita su valori democratici e di reciproco rispetto. Italia ed Europa: due punti fondamentali nel pensiero del Mazzini per il raggiungimento di una democrazia e di una pace stabili.

La Patria unita, in quest’ottica, non costituiva il punto d’arrivo, ma una necessità per il popolo italiano, subordinata al più ampio concetto di Umanità, dentro al quale si legge il superamento della Nazione a favore di una federazione fra tutti i popoli europei: unica condizione per eliminare le tensioni internazionali, portare a soluzione le questioni nazionaliste e garantire lo sviluppo, anche economico, dei popoli più poveri d’Europa.

La Nazione in questa ottica diviene un mezzo, indispensabile e insostituibile, ma pur sempre un mezzo per il più vasto disegno della fratellanza europea.

Mazzini aveva compreso come l’Europa, nata dalla pace di Vienna del 1814, non avrebbe retto alle complesse sfide che si affacciavano all’orizzonte della storia: lo sviluppo economico, le classi emergenti, i problemi delle classi meno abbienti, l’aspirazione dei popoli ad avere una Patria libera e democratica.

Per risolvere tutti questi problemi, per il pensatore genovese, le nazioni non potevano rimanere sul piano della competizione, dovevano cooperare nel nome dell’Umanità all’interno della quale ogni singola nazione è una parziale manifestazione.

Il pensiero mazziniano anticipò quell’Europa democratica e riformista che guidò gli artefici del ‘Manifesto di Ventotene’ con l’intento di scongiurare alle future generazioni le tragedie della Seconda guerra mondiale.

L’Europa tracciata da La Malfa, da Spinelli, da Terracini, da Amendola e da altri, doveva divenire un luogo di pace nell’interesse comune per il superamento dei nazionalismi e per l’affermazione di una democrazia sociale finalizzata al benessere culturale dei popoli europei.

La strada è stata lunga, frenata dalle necessità imposte dalla Guerra Fredda, dalla divisione forzata dell’Europa, ma ciò non è stato di impedimento a continuare sulla strada della costruzione e della solidarietà e della democrazia quali valori ‘sovranazionali’.

Giuseppe Mazzini, avvertita l’inadeguatezza della azioni promosse sino ad allora, in particolar modo della Carboneria, diede vita nel 1831 alla Giovine Italia: Giovine, in quanto tesa a coinvolgere nell’entusiasmo rivoluzionario i giovani, Italia perché doveva divenire un movimento unitario da estendersi a tutta la Penisola.

La Giovine Italia era una associazione il cui principale scopo era quello di promuovere l’insurrezione popolare per liberare l’Italia dalla tirannia, ma, contemporaneamente, aveva il compito di educare gli individui alle finalità dell’associazione.

I principi del movimento unitario mazziniano

I principi erano chiari e costituirono, nel tempo, un modello per diversi movimenti nazionali:

  • gli uomini di una nazione sono uguali e fratelli;
  • la forma repubblicana è la sola che possa garantire un avvenire di eguaglianza sociale;
  • la presenza della monarchia è di ostacolo allo sviluppo del popolo;
  • la sovranità appartiene al popolo;
  • il nuovo Stato deve provvedere all’educazione e alla formazione di una nuova coscienza popolare;
  • sviluppo dell’istruzione;
  • fare dell’Italia una nazione unita, indipendente, libera e sovrana;
  • la forma dello Stato è quella repubblicana a suffragio universale;
  • realizzare un sistema sociale più giusto basato sulla distribuzione delle ricchezze;
  • rinnegare il predominio di una nazione sull’altra e contribuire al pacifico progresso di tutta l’umanità.

Pochi principi ma sufficientemente rivoluzionari per indurre diverse monarchie a considerare il Mazzini un pubblico nemico e perseguitarlo sino alla sua morte. Tra queste vi era anche il Regno d’Italia e come molti sanno Mazzini morì ‘esule’ in Patria, a Pisa, nel 1872, ospite nella casa dei Nathan-Rosselli.

Nel 1834 dà vita alla Giovine Europa. Instancabile rivoluzionario si assegna il compito di ispirare tutti i movimenti di liberazione europei. Egli sosteneva che, amando la propria patria, amava tutte le patrie. Lo statuto della Giovine Europa ricalcava quello della Giovine Italia. L’art. 22 dell’Atto di Fratellanza recitava: “Ogni Associazione Nazionale sarà rappresentata da un Comitato Centrale nazionale che dirigerà i suoi lavori per tutto ciò che riguarda la missione speciale e gli interessi della nazione. L’insieme di questi lavori costituirà il primo grado della Giovine Europa e rappresenterà la Patria”.

L’Atto di Fratellanza venne sottoscritto a Berna il 15 aprile 1834 tra la Giovine Italia, la Giovine Germania e la Giovine Polonia. Il simbolo prescelto dai rappresentanti per la Giovine Europa fu una foglia di edera. Le nuove idee dell’epoca, Patria e Umanità, costituiranno, come sperava Mazzini, il futuro dell’Europa.

Scrisse nei Ricordi Autobiografici che: ‘L’ordinamento politico europeo doveva necessariamente precedere ogni altro lavoro. E quell’ordinamento non poteva rifarsi che per i popoli: per i popoli che, liberamente affratellati in una fede, credenti tutti in un fine comune, avesse ciascuno una parte definita, una missione speciale nell’impresa […] pensai che il lavoro doveva estendersi tra i popoli che non erano ancora e tenevano ad essere Nazioni […[.

Sono in Europa tre famiglie di popoli, l’Elleno-Latina, la Germania, la Slava. L’Italia, la Germania e la Polonia le rappresentavano. La Grecia, santa di ricordi e speranze, e chiamata a grandi fati nell’Oriente Europeo, è or troppo piccola per essere iniziatrice. La Russia dormiva allora un sonno di morte: mancava d’un centro visibile in cui la vita potesse assumere potenza praticamente direttiva, né a me pareva ch’essa potesse sorgere così presto a coscienza di sé. Il nostro patto d’alleanza doveva dunque stringersi dapprima fra i tre popoli iniziatori.

La Grecia, la Svizzera, la Romania, i paesi Slavi del Mezzogiorno Europeo, la Spagna si sarebbero a poco a poco raggruppati ciascuno intorno al popolo più affine ad essi fra i tre. Da questi pensieri nacque l’Associazione che chiamammo Giovine Europa’.”

L’opera di Mazzini continuò e, sempre nel 1834, vede la luce la Giovine Svizzera che grande peso avrà nella realizzazione di un diverso assetto interno alla Confederazione e nella stesura della Nuova Costituzione Federale del 1848 che mise fine ai separatismi, alle intromissioni straniere e al vincolo federativo, su cui si basa l’attuale Svizzera.

Successivamente, ma con meno fortuna, tentò di organizzare diverse associazioni in Russia, Austria, Inghilterra, Spagna, Francia e Grecia. Ma il fatto che non sia riuscito a dar vita alle diverse Associazioni non significa che le idee non viaggiassero tra i giovani e gli intellettuali di quei Paesi.

Le radici del pensiero mazziniano sono rilevabili ovunque e le molte cerimonie che sono state organizzate nel corso del corrente anno, nei diversi paesi europei, rappresentano la visibilità di un’ azione in Italia troppo poco conosciuta e apprezzata.

Instancabile, continuerà l’azione di proselitismo sino alla morte, lasciandoci in tutti i campi, politico, sociale e giuridico, esempi che hanno, attraverso altri uomini, raggiunto la compiutezza.

Prima di morire promuove il Patto di Fratellanza tra le società italiane operaie.

In eredità Mazzini ed i giovani di allora ci hanno lasciato non solo le idee e la morale ispiratrice che dovrebbe guidare ogni azione politica, ma un documento che, nell’arco di cento anni, sarà ispiratore della moderna Repubblica italiana: la Costituzione della Repubblica Romana.

I compilatori della nuova Carta Costituzionale trovarono il giusto compromesso tra le diverse anime che mai si sono sopite nel panorama intellettuale italiano: quella cattolica, liberale e marxista. L’attuale carta ha il pregio di rappresentare il vasto arco della penisola e di offrire ai cittadini una società democratica basata sui valori di giustizia e di solidarietà.

Seguendo le indicazioni del popolo italiano espresse nel referendum, il nostro stato è repubblicano e il sogno di Mazzini e di tutti i giovani appartenenti alla Giovine Italia realizzato. Nella Costituzione della Repubblica Romana (1848) affondano le radici alcuni principi della nostra attuale Carta: la repubblica è democratica in quanto la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei modi stabiliti dalla Costituzione. Ed ancora: la repubblica è uno stato costituzionale, il popolo esercita la propria sovranità attraverso rappresentanti eletti, è ribadito il principio unitario del territorio e viene ribadita la vocazione della repubblica ad elevare il benessere materiale e spirituale dei cittadini.

I valori mazziniani nella società di oggi

Per concludere questi brevi cenni sull’Europa di Mazzini, sempre riferendoci alla Carta vigente, è da sottolineare quanto la filosofia dell’Esule faccia parte del nostro patrimonio al quale dovremmo una maggiore considerazione:

“[…] è vocazione del nostro Paese voler vivere nella più stretta collaborazione e rispetto reciproco con gli altri Stati, ripudiando la guerra come strumento di offesa alla libertà altrui e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, e la tendenza, pur custodendo gelosamente il patrimonio spirituale del nostro popolo, a inserirsi in più vasti organismi supernazionali, determinando il carattere internazionalista di alcune norme della Costituzione”.

Cosmopolitismo e Nazione di GIUSEPPE MAZZINI (1831-1871)